La Voce che hai dentro – Teatro Dehon 17/01/2025

“La Voce che hai dentro” è lo spettacolo teatrale, realizzato dagli ospiti della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e da alcuni studenti Ciels, per andare oltre la violenza, insieme, verso una nuova vita.
LA VOCE CHE HAI DENTRO
Lo scorso gennaio al Teatro Dehon, si è tenuto lo spettacolo “La Voce che hai dentro”, uno spettacolo che ha visto la collaborazione dei detenuti della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia e di alcune studentesse di Ciels, nella realizzazione dell’opera.
La violenza spesso è molto più vicina a noi di quanto non vogliamo credere.
Si trova in sguardi, parole, comportamenti, di persone fidate e vicine a noi.
Per chi subisce, non sempre è semplice interrompere quello che può originare una spirale viziosa di azioni violente.
Per chi agisce, non sempre riesce a prendere consapevolezza di cosa sta compiendo.
E lo vediamo, per esempio, negli ultimi recenti fatti di cronaca, che vedono coinvolte 2 giovanissime ragazze, la cui vita è stata stroncata dai loro aguzzini.
Ma un modo per dare senso delle proprie azioni e capire come lavorare su sé stessi deve essere possibile.
IL TEATRO IN CARCERE
Le azioni violente trovano nell’applicazione della giustizia una loro conclusione.
Ma andare oltre la pena, e trovare una nuova coscienza, è il compito al quale il carcere dovrebbe aspirare.
Lo spettacolo “Le voci che hai dentro” tenutosi lo scorso gennaio ha proprio voluto portare in scena il lavoro condiviso da studenti universitari e detenuti, nell’ambito delle attività che l’Associazione “Finché non capiti a te” porta avanti nell’affrontare e contrastare i fenomeni di violenza.
L’Associazione “Finché non capita a te” – associazione no profit impegnata a far emergere molte forme di violenza e abusi, assicurando supporto a chi vorrebbe denunciarle – si impegna da ormai 4 anni all’interno della Casa di reclusione di Castelfranco Emilia, a creare uno spazio di confronto e crescita.
Nel teatro questo luogo è stato trovato: è un luogo dove è possibile togliersi le maschere, entrare in contatto con le proprie emozioni più profonde e quelle altrui e darsi nuove rappresentazioni di sé e degli altri, crescendo non solo come detenuti nel percorso giudiziario, ma come persone.
FARE RETE PER CRESCERE
“L’Associazione porta avanti il progetto di trattamento intensificato nei confronti di autori di reati violenti, implementando dei gruppi di lavoro misti, con un percorso sulla regolazione emotiva nelle dinamiche violente”, riporta la dottoressa Francesca Calaminici, vice presidente dell’associazione e professoressa dei corsi di Criminologia e Vittimologia ed Elementi di Diritto Penale e Penitenziario per il percorso di Criminologia, a Ciels Campus Bologna.
“Il gruppo ha lavorato principalmente sulle emozioni e sul riconoscimento delle stesse: ci si confronta quindi e si arriva anche all’apertura (molte volte) completa di ogni singolo partecipante, arrivando alla realizzazione di spettacoli come quello dello scorso gennaio.
Si tratta di uno spettacolo inedito, realizzato interamente dai ragazzi, i quali raccontano storie di violenza, anche vissuta sulla propria pelle”.
La serata ha visto inoltre tra gli ospiti Chiara Balistreri, 22enne di Bologna, vittima di violenza e che, a fine 2024, ha trovato giustizia nell’arresto del suo ex compagno, grazie anche alla denuncia circa la sua situazione fatta attraverso i social.
L’esperienza teatrale è stata un’intensa occasione di confronto tra quelli che definiamo autori di reati e vittime, con la consapevolezza che facendo rete e collaborando, si possa arrivare a nuove consapevolezze e risultati concreti e duraturi.
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Se sei vittima o credi che qualche persona vicina a te sia vittima di violenza, chiama il 1522 o in situazioni di emergenza, il 112.